31 Ago La vigna di Leonardo è rinata nel centro di Milano
Il passaggio di Leonardo a Milano è uno degli avvenimenti epocali della storia dell’arte italiana. Arrivato su invito di Ludovico il Moro probabilmente entro l’estate del 1482, Leonardo resta a Milano per quasi un ventennio, con le conseguenze che 235 mila visitatori hanno potuto ripercorrere nella recente mostra di Palazzo Reale.
Expo Milano 2015 ha contato molto su Leonardo come simbolo della cultura poliedrica che da sempre ha caratterizzato i migliori ingegni del nostro paese. Non dimenticando l’attenzione che l’artista di Vinci ha dedicato, nei suoi disegni, alla botanica e evidenziando, in sintonia con il tema di Expo, la sua attenzione per esempio per erbe e spezie o le invenzioni per gli apparati di cucina (girarrosti e forni) contenuti nel Codice Atlantico conservato presso la Biblioteca Ambrosiana.
Negli anni intorno alla conclusione dell’affresco dell’Ultima cena per il refettorio della basilica di Santa Maria delle Grazie, Leonardo ricevette in regalo da Ludovico Sforza un vigneto, le cui vicende trovano riscontro in numerosi documenti d’archivio. Fino al volume che lo storico dell’arte, architetto e restauratore Luca Beltrami dedicò all’argomento nel 1920, fotografando i pergolati della vigna ancora esistenti nei campi in fondo all’attuale giardino della Casa degli Atellani (dal nome di una famiglia di cortigiani degli Sforza), e che in seguito, tra i bombardamenti della guerra, incendi e lottizzazioni, andarono distrutti.
Nel febbraio scorso, Luca Maroni, enologo e responsabile dell’Annuario dei migliori vini italiani, in occasione dell’evento annuale di presentazione della pubblicazione, ha annunciato che il vitigno di Leonardo, una Malvasia identificata tramite test del dna, sarebbe stato ripiantato nel luogo esatto dove sorgeva.
Per verificare l’esatta ubicazione Maroni, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, in particolare con Attilio Scienza, professore ordinario di Viticoltura presso la Facoltà di Agraria, e la genetista Serena Imazio, ha condotto una ricerca decennale. Alla fine, il team di ricerca ha rinvenuto frammenti di radice di Vitis vinifera non completamente morti appartenuti alla vigna di Leonardo.
Le viti, della stessa varietà necessaria al reimpianto filologico, sono state piantate in serra per poi ritornare definitivamente nel sito originario. La Casa degli Atellani di corso Magenta 65, dopo la ristrutturazione compiuta all’inizio degli anni Venti dall’architetto milanese Piero Portaluppi sull’impianto quattrocentesco, oggi è un museo, grazie alla collaborazione tra gli attuali proprietari (la famiglia Castellini, produttori di vino a Montalcino), l’Università, la Fondazione Piero Portaluppi e Confagricoltura che hanno colto l’occasione di Expo Milano 2015 per aprire l’edificio e il giardino al pubblico.
La visita alla Casa degli Atellani e alla vigna di Leonardo, possibile dal lunedì alla domenica, dalle 9 alle 18, supportata da un’audioguida disponibile in dieci lingue e da pannelli descrittivi, si articola in un percorso in sette tappe: il cortile di Portaluppi, realizzato unendo le corti dei due edifici rinascimentali pre-esistenti; la sala dello Zodiaco, con gli affreschi dei segni zodiacali; la sala dei ritratti attribuiti a Bernardino Luini e bottega; lo studio di Ettore Conti, proprietario della casa dal 1919 e committente della ristrutturazione ad opera di Portaluppi, suo genero; la sala dello Scalone; il giardino delle delizie e infine il sito dove è stata reimpiantata la vigna di Leonardo.
I biglietti hanno un costo di 10 euro (ridotto 8 euro per over 65, ragazzi da 6 a 18 anni, studenti e gruppi di oltre 20 persone; gratis bambini sotto i 6 anni)
Fuente original: mentelocale.it
Autor: Anna Costantini